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Un film che distrugge ogni comfort, che fa tabula rasa di qualsiasi compromesso artistico per partire dalla bellezza di 3 corpi femminili. Ma non semplice e casta bellezza virginale, qui si parla di tre creature mostruosamente licenziose, lascive provocanti, donne capaci di avvelenare qualsiasi sogno erotico con il loro carico di sensualità distruttiva, una sorta di arma impropria nelle mani del regista. Russ Meyer in questo caso è l’indecifrabile Bonzo del “Ludibrium”, un antico gioco erotico latino considerato grottesco e triviale dai censori dell’epoca romana. Ed è esattamente la descrizione che più si attaglia a quest’opera che racconta le bislacche avventure di tre prosperose donzelle che vagano per il deserto a caccia di sesso da divorare e soldi da arraffare. Naturalmente troveranno pane per i loro bianchi dentini in un incessante rivolgimento delle parti che spiazzerà ulteriormente (come se ce ne fosse stato bisogno) l’attonito spettatore. Un film definito di genere exploitation in cui ogni giudizio etico è ridicolo solo a pronunciarsi, in cui al contrario la cifra estetica trova compimento nel gusto di un regista che ha elevato ad arte la sesta misura di seno femminile, e scusate se è poco.

Titolo originale: Faster, Pussycat! Kill! Kill!

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