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Il Principe di Salina, Fabrizio, tenta disperatamente e anacronisticamente di conservare i propri privilegi nobiliari durante i tumulti siciliani del 1860 e la discesa di Garibaldi nel regno di Sicilia. Potrà contare sull’appoggio del nipote Tancredi, progressista e attivo politicamente con le camicie rosse. Appoggerà il matrimonio del nipote con la figlia di un potente sindaco locale in maniera tale da conservare i propri titoli nobiliari. Un film epico in cui Luchino Visconti da prova di suprema abilità narrativa ma anche cinematografica con piani sequenza memorabili. Celebre la scena del ballo in cui il gattopardo fa sfoggio di signorilità e nobile portamento danzando leggiadramente con la promessa sposa del nipote, una Claudia Cardinale bella come una Dea. Visconti opera una rielaborazione dell’epica nobiliare attraverso un culto rinnovato per l’immagine, per la postura dei suoi interpreti, per le ambientazioni curate nel minimo dettaglio. Memorabile rimane in questo senso l’interpretazione di Burt Lancaster. Visconti coglie con quest’opera l’intimo spirito che pervade le pagine del romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, sposandone il punto di vista del Principe Fabrizio e al contempo rendendone partecipe lo spettatore attraverso una tecnica narrativa che ne denuda le pulsioni.

Titolo originale: Il Gattopardo

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