“Amigo” di Óscar Martín è un film del 2019, primo lungometraggio del regista dopo una sequela di corti partiti nel 1999 e un documentario per la televisione che risponde al nome di “La noche de la Bestia” (2000), che nonostante le poche informazioni che si trovano sull’internet (anche se ammetto di non aver fatto una ricerca certosina), dovrebbe essere un prodotto incentrato sul cinema horror, visto che nel cast sono presenti personaggi come Brian Yuzna, Jaume Balagueró e Paul Naschy, quest’ultimo forse è un personaggio che ai più non fa suonare alcun campanello, ma in Spagna è considerato il re dei monster movie con all’attivo quasi 120 pellicole.

Ma torniamo ad “Amigo”.

Si diceva che ‘sto film è uscito circa tre anni fa, e per motivi che non conosciamo, e manco abbiamo ricercato, vedrà (o a ‘sto punto, rivedrà) la luce sul grande schermo il prossimo 2 dicembre. Ora, di queste ultime vicissitudini a noi c’importa una bella sega, quel che ci interessa è il film in quanto tale, che pare essere qualcosa di estremamente fico in seno al cinema horror, quello sudaticcio, legato alla patologia e a tutte quelle scricchiolanti deformazioni umane sulle quali talvolta il cinema pone i suoi riflettori, quella pazzia che emerge pian piano e che, in questo caso, sembra avvelenare le buone intenzioni iniziali. Molto brevemente, la trama di “Amigo” è la seguente: Dopo aver causato un grave incidente, David decide di prendersi cura di Javi, il suo migliore amico, e naturalmente lo fa in una casa sperduta in una località amena. Javi non è autosufficiente nella maniera più assoluta, quindi David è al suo servizio 24 ore su 24. Ben presto il rapporto tra i due si incrinerà, e la loro relazione cambierà drasticamente, facendo emergere una nube tossica fatta di rabbia, ossessione e follia, in questo horror-thriller dalle tinte gotiche e grottesche, su cui noi di VnL riponiamo una certa fiducia.

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