Ultima puntata prenatalizia di Viaggio nella Luna. Thomas ci parla dell’ultima fatica di James Cameron, “Avatar: La via dell’acqua” primo dei quattro seguiti della pellicola del 2009.
La storia prosegue esattamente dalla fine del film precedente:
Jake Sully, (Sam Worthington) dopo aver trasferito la sua coscienza all’interno del suo corpo Na’vi, è diventato capo tribù degli Omaticaya su Pandora e ha messo su famiglia con la sua compagna Neytiri (Zoe Saldana).
Passati dieci anni gli umani fanno ritorno su Pandora con l’intento di colonizzarla, dato la poca vivibilità del pianeta Terra, e uccidere Jake in quanto disertore.
Questo porta il nostro protagonista a lasciare il popolo della foresta, e ad autoesiliarsi con tutta la sua famiglia, con l’idea di chiedere al popolo dell’acqua (la tribù più vicina a loro) un posto dove nascondersi.
Cameron torna nei cinema dopo 12 anni dalla sua ultima opera, riconfermandosi come uno dei migliori cineasti degli ultimi anni.
“Avatar: La via dell’acqua” fa immergere lo spettatore all’interno di un mondo da cui non vorremmo mai uscire, fatto di poesia e bellezza.
La cura di ogni dettaglio è impressionante, a livello estetico ci troviamo davanti a qualcosa di mostruoso che lascia a bocca aperta per lo splendore delle sue immagini.
La trama è ricca di interessanti sottotesti che spingono sui nostri sentimenti mettendoci a nudo.
Godiamo di questa ultima opera, attendendo la prossima, con la consapevolezza di star assistendo al testamento di un autore che ha sempre usato il cinema come mezzo per evolvere lo stesso.

Federico poi non può fare a meno di parlarci di “Pinocchio di Guillermo del Toro“, dodicesima opera del regista di Guadalajara che “rischia” di essere già un capolavoro di genere. Del Toro ci regala una rilettura della celeberrima opera di Collodi tanto cara allo Stivale che, nel corso degli anni è stato “vittima” di numerose riedizioni. Tra le mani del nostro Guillermone preferito, Pinocchio assume una connotazione pressoché inedita. Del Toro intraprende un’avventura rischiosa e coraggiosa, prende la favola di Collodi e trasforma, reinterpreta, taglia, cancella, sostituisce e ricontestualizza, ma non tradisce il significato seminale del racconto, e ci restituisce una creatura forse ancor piu commovente dell’originale, una storia che tutti credevamo di conoscere… e invece no.
Il burattino vivente si muove in un mondo straordinario, realizzato interamente attraverso l’arte eccelsa della stop-motion, che fu prima del mitologico Ladislas Starevich, e in seguito del talentuoso Karel Zeman tanto decantato dall’ottimo Checco, per poi arrivare ad Harryhausen, passando per Phil Tippet e Tim Burton. La stop-motion di cui si nutre il Pinocchio deltoriano è frutto di 15 anni di lavoro certosino, da orologiaio, realizzato in tandem col mastro animatore Mark Gustafson ed il suo team di animatori la cui eccellenza è indiscussa. Il risultato è un picco mai raggiunto fino ad ora, una vetta dove il cinema e la magia del fare dell’uomo si compenetrano in un unicum straordinario. Vedere per credere.

In apertura di puntata inoltre si è disquisito della lista dei film peggiori di tutti i tempi secondo l’inimitabile Quentin Tarantino che per inciso è questa:

1) Matrix Reloaded and Matrix Revolution
2) Scream
3) The Hunger Games
4) Groundhog Day
5) Marvel Cinematic Universe films

Tanta carne al fuoco insomma, per un barbecue di Natale davvero prelibato. E allora abbandonatevi al sollazzo del podcast qui di seguito e Buon Natale a tutti gli amanti del cinema!

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