BALLERINA A.K.A. GIOVANNA WICK (Siamo un po’ preoccupati)
Questa volta è ufficiale, la saga di John Wick ha partorito il suo primo spin-off, che risponde al nome di “BALLERINA”, e avrà come protagonista Ana De Armas, che qui interpreta un sicario in cerca di vendetta nei confronti di chi le ha ucciso la famiglia.
Nel film parteciperà anche il buon Keanu nei panni di John Wick.
La regia è stata affidata a Len Wiseman, che è stato bravino coi vampiri e i licantropi di “Underworld”, ma di sicuro non è Chad Stahelski o David Leitch, e lo dimostra quella toilette di “Die Hard – Vivere o morire”. Inoltre, ve lo ricordate il remake di “Total Recall”? No? Meglio così.
Ora, non è che vogliamo fare i bacchettoni a tutti i costi, e quindi per ora ignoriamo il fatto che il brevissimo plot fornito non sia il massimo della vita, o comunque riecheggi di qualcosa di già visto parecchie volte, perché non è questo che interessa al cinema dell’azione, non è questo che lo rende avvincente. Il cinema d’azione vive della sua etichetta, e quest’ultima dev’essere riportata su pellicola in maniera esemplare, deve stupirci e brillare, com’è d’altronde è già successo all’interno del franchise di John Wick, che risulta essere una delle migliori saghe action degli ultimi 20 anni.
Ma al di là di questo, dobbiamo guardare anche l’altro lato della fottuta medaglia, un lato che forse comincia a trasudare un po’ di ridondanza. Una ridondanza che nasce dalla velocità, quello spazio fratto tempo che fa sì che produttori con un evidente stato d’ansia vogliano cavalcare l’onda di qualcosa di ancora vincente con la sicura speranza di fare badilate di soldi, facendo nascere un prodotto che però ha un’altissima probabilità di vaporizzare i coglioni di ogni spettatore poiché molto, molto, molto, molto simile a qualcosa che non è successo ai tempi di Murnau, bensì solo 8 anni fa.
Vero è che allo stato attuale le nostre sono solo congetture, mere supposizioni che però odorano di quell’invettiva bella e buona, insomma, vorremmo avvicinarci a ‘sti fanatici cavalcatori di onde agitando l’indice dicendogli: “Aspetta un attimo, fermati, stai tranquillino e vai nella tua cameretta a giocare coi Duplo, perché la velocità uccide. Mapporca miseria, non avete imparato nulla da quel bombarolo di Dennis Hopper nei panni di Howard Payne 28 anni fa?”.
Sì perché sarebbe bello se i tempi dell’azione fossero concitati solo nei film, non nella vita reale subordinata al cinema, perché senza fare esempi pleonastici, si rischia la sopraccitata ridondanza che si sostanzia in una marea di prodotti estremamente somiglianti somministrati al pubblico in un lasso di tempo brevissimo, producendo un marasma tale che invece che rendere omaggio all’azione, la appiattisce, rendendo tutto praticamente sterile. E come la storia di quel tizio che chiama tutti “caro” o “cara”. Se tutti sono tali, nessuno lo è più realmente.
Chiudiamo mandando tanti bacini ad Ana de Armas, augurandole che ‘sto “Ballerina” sia fico almeno quanto “Atomica Bionda”, e che all’interno di esso si sbucci le nocche e prema grilletti quanto il suo collega Baba Yaga.
Ph’nglui mglw’nafh Cthulhu R’lyeh wgah’nagl fhtagn