1997: Fuga da New York
Nel 1972 John Carpenter scrive un soggetto ambientato in un futuro distopico ma non trova nessuna casa di produzione disposta a credere nel progetto: troppo strano, troppo violento, troppo politicamente scorretto. Nove anni dopo, forte del successo di Halloween (1978) riceve la proposta di realizzare il film da parte della casa di produzione AVCO Embassy Pictures che gli mette a disposizione sei milioni di dollari. Carpenter piazza la sua cinepresa in una New York futuristica trasformata in prigione a cielo aperto. La collocazione temporale è il 1997, un futuro abbastanza prossimo dove il vertiginoso aumento del tasso di criminalità ha costretto il governo a trasformare l’isola di Manhattan in un ciclopico centro detentivo. In questa metropoli-ghetto si aggira la peggiore feccia del globo, tiranneggiata dal Duca, leader di questo microcosmo criminale. Quando l’aereo presidenziale precipiterà per un’avaria e il primo cittadino USA cadrà in mano al Duca sarà Iena Plissken a dover togliere le castagne dal fuoco alle istituzioni. Sarà inviato nella malebolgia dantesca a recuperare il prezioso ostaggio con un congegno a tempo iniettato nelle sue vene pronto ad esplodere allo scadere del tempo a lui concesso. Un film oscuro e ben sceneggiato, con un ritmo narrativo incalzante e un protagonista mitologico. Le musiche, realizzate dallo stesso Carpenter, sono angoscianti ed oppressive, del tutto funzionali alla narrazione. Interessante l’uso della luce in questa pellicola, uno spettro di sfumature cupe che copre ogni tonalità di nero: da quelle nebbiose e tremolanti degli esterni (perennemente in notturna) a quelle gotiche e incerte degli interni, dove gli uomini si rintanano per trovare scampo dalla furia degli eventi.
Titolo originale: Escape From New York
film epocale