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Tratto dal celeberrimo romanzo-documento di Truman Capote questo film si segnala per una splendida analisi della mente criminale dei due protagonisti ponendola in relazione con il contesto sociale circostante e ricavandone un quadro clinico spietato e desolante. Due uomini che compiono un’azione feroce ed efferata, senza la minima ombra di pietà, con una ferinità meccanica e glaciale che lascia attoniti. Brooks riprende l’intento quasi clinico di Capote volto a vivisezionare le menti di queste due belve per ricavarne un’analisi scientifica e distaccata, senza alcun pregiudizio etico. E come nel documento di Capote anche in questo splendido film di Brooks la fredda analisi scientifica reca con sè un messaggio ancora più terrificante, ancora più spaventoso nel suo arido didascalismo. La storia è quella di due balordi fannulloni che progettano una rapina in una sperduta casa del Kansas, nella cittadina di Holcomb. Quando si renderanno conto che i quattro membri della famiglia non hanno denaro li uccideranno senza pietà per evitare di lasciarsi dietro testimoni. Inizierà con la fuga una lenta discesa all’inferno che culminerà con l’arresto, il processo e l’esecuzione. Come detto ciò che salta agli occhi e colpisce come un maglio è l’eccezionale punto di vista della narrazione, che proprio come quello di Capote, è ben al di sopra di ogni coinvolgimento morale ma si preoccupa soltanto di fotografare il nudo Io dei due uomini, perchè è proprio da questa scarnificante certificazione che sale il disgusto più ripugnante per una strage commessa nella più totale mancanza di umanità. Un film che destabilizzò l’opinione pubblica americana, proprio come l’atrocità del delitto e l’indagine di Capote che ne conseguì.

Titolo originale: In Cold Blood

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