
Aleksandr Nevskij
Un articolato affresco della Russia del 13° Secolo e un diffuso moto d’orgoglio nazionalistico: sono questi i due elementi che meglio caratterizzano questa grande opera di Eisenstein, regista poliedrico e uomo dalla creatività straordinariamente fervida. Occorre precisare che il Maestro fu aiutato nell’impresa immane per i mezzi dell’epoca dall’ottimo aiuto regista (non accreditato) Dmitri Vasilyev che seppe rendere al meglio la plasticità e il dinamismo delle scene di guerra più cruente. La storia è incentrata sulla figura storica del principe Nevskij, che nel 1242, durante la famosa Battaglia sul Lago Ghiacciato, ricacciò gli invasori dell’Ordine Teutonico dal suolo russo. Grande è l’attenzione che Eisenstein dedica al profilo psicologico del Principe, dipingendolo come un autentico eroe arrovellato da dubbi ancestrali. Una certa critica di sinistra non gli perdonò di aver infuso nel personaggio troppo sentimento nazionalista arrivando in questo modo a sfiorare certi topoi cari al fascismo e ai movimenti ultranazionalisti di destra. Ma lo stesso Stalin ebbe a complimentarsi con Eisenstein per la sua pellicola. Aldilà delle sterili polemiche politiche una grande opera dell’ingegno umano, dove ingegnosa invenzione e amore filologico per la ricostruzione storica si fondono in un capolavoro assoluto.
Titolo originale: Aleksandr Nevskiy

Sono un essere senziente. Mi occupo di varia umanità dall’età di circa due anni. Sono giunto al mezzo secolo di esperienza vissuta su questo Pianeta. Laureato in Lettere Moderne con una tesi sulla Poetica dell’ultimo Caproni nel 1996. Interessato al cinema dall’età di tre anni e mezzo dopo una sofferta visione dei Tre Caballeros della Disney, opera discussa e aspramente criticata in presenza delle maestre d’asilo. Alla perenne ricerca di un nuovo Buster Keaton che possa riportare luce nelle tenebre e sale nei popcorn.