
Un viaggio ancestrale attraverso volti e luoghi. Baraka è un flusso ipnotico di immagini che scandagliano questo nostro piccolo pianeta restituendo un quadro d’insieme di abbacinante bellezza. Baraka è anche un trattato etnografico per icone, un documento sulla diversificazione della razza umana, sulle sue attitudini, sulle sue primordiali pulsioni spirituali. Un’analisi sull’ambiente naturale che l’uomo modifica, stravolge, ingloba nelle sue frenetiche attività. Baraka è una visione della natura ciclica della vita: dalla più abbacinante purezza di lande incontaminate alla feroce industrializzazione dell’uomo. Grazie alla colonna sonora di Michael Stearns che raccoglie musiche etniche di varia estrazione restituendo atmosfere di levigata spiritualità, la visione di Ron Fricke si snoda attraverso riti e liturgie in cui balena la sacralità della Natura, l’ultimo momento di devoto raccoglimento prima della scissione tra carne e anima. Si alternano così sulla scena danze masai, riti aborigeni di pittura facciale, liturgie tibetane, alternate con immagini di povertà di favelas, baraccopoli, campi profughi. E poi le brulicanti metropoli con le loro formiche umane, con il loro flusso inesauribile di vita. E ancora vulcani in eruzione, cieli in perenne divenire, isole incontaminate. Baraka è un inesauribile trattato antropologico costruito per visioni scaturite dall’estasi icastica dell’osservazione del Mondo. Un ferino sguardo a chi, a dove, a quando siamo.
Titolo originale: Baraka

Sono un essere senziente. Mi occupo di varia umanità dall’età di circa due anni. Sono giunto al mezzo secolo di esperienza vissuta su questo Pianeta. Laureato in Lettere Moderne con una tesi sulla Poetica dell’ultimo Caproni nel 1996. Interessato al cinema dall’età di tre anni e mezzo dopo una sofferta visione dei Tre Caballeros della Disney, opera discussa e aspramente criticata in presenza delle maestre d’asilo. Alla perenne ricerca di un nuovo Buster Keaton che possa riportare luce nelle tenebre e sale nei popcorn.