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La narrazione segue la vita del piccolo Mason, da 6 anni a 18 anni. Nell’arco di questo lasso di tempo fluisce la storia della sua famiglia: il fallimento del matrimonio dei suoi genitori, i tentativi sempre frustrati della madre di rifarsi una famiglia, il rapporto conflittuale col padre, i problemi adolescenziali, il rapporto difficile con la sorella, l’approdo al college, l’amore giovanile. Una vita al microscopio, un romanzo di formazione che rende Mason una creatura plasmata dagli avvenimenti della sua storia.Un progetto originale ed ambizioso, qualcosa di realmente nuovo all’interno del tumultuoso dominio cinematografico: Boyhood è il tentativo estremo di raccontare una storia che progredisce nel tempo senza usare trucchi ma impiegando gli stessi attori del cast a distanza di anni. Il loro cambiamento nel corso del tempo diviene in un certo senso la storia, in una sorta di esperimento sociologico. La vita e la fisionomia di chi recita si riverbera nella narrazione e diviene parte integrante del tessuto semantico dell’opera configurandosi come un affresco dalla vividezza impressionate sugli ultimi dodici anni di storia americana attraverso il filtro narrativo di una famiglia della middle class. Ma l’espediente temporale con cui Richard Linklater ha voluto costruire la sua opera non è l’unica ragione che rende Boyhood così speciale. L’epopea di questa famiglia è appassionante: i momenti di gioia, le piccole sconfitte, le grandi tappe della vita, il grande dramma della separazione, tutto questo fluisce senza enfasi trascinando lo spettatore all’interno del microcosmo famigliare, rendendolo parte integrante di quella piccola monade.

Un racconto durato dodici anni filmato con afflato poetico e grande amore per i personaggi. Ogni membro della famiglia è infatti campito con forza introspettiva e con delicata tensione dialettica. I dialoghi risultano naturali e fluidi, parte integrante del narrato. Mason è l’estremo atto di amore di Linklater per il cinema, il poetico tentativo di fermare gli atti salienti della costituzione di un uomo davanti ad una cinepresa. Il risultato è un’opera che usando il Tempo come variabile principale commuove, avvince ed emoziona: esattamente come la storia che ognuno di noi si porta impressa nella propria essenza di uomo.

Titolo Originale: Boyhood

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