
Central do Brasil
Un film che parla il linguaggio dell’anima e che, con il suo vellutato lirismo, estasia e commuove. Uno sguardo lucido e disincantato alla devastazione sociale ed economica di un paese per altri versi ricolmo di bellezza. Con quest’opera Walter Salles si segnala alle platee mondiali e si guadagna l’attenzione della critica facendo incetta di premi cinematografici (Orso d’Oro, Golden Globe, Bafta). La storia è incentrata su un piccolo orfano di madre che decide di partire da Rio de Janeiro alla ricerca del padre. Lo aiuterà un’anziana maestra di scuola che scrive e legge lettere per gli analfabeti e che prende a cuore la sua vicenda. I due intraprenderanno un viaggio che è anzitutto esplorazione dell’anima, con la costruzione di un delicato rapporto emotivo che diviene un tenero surrogato dell’amore filiale. Un road movie di un meraviglioso candore, emotivamente coinvolgente, capace di stupire con la forza della suggestione di panorami incantati ma anche con il soffice potere della più elementare delle emozioni umane: l’amore materno. A corollario iconografico del viaggio le immagini di un Brasile splendente e soggiogato dalla povertà. Un film di straordinaria delicatezza, che dipana i suoi incanta con una discrezione, una sobrietà quasi mistica.
Titolo originale: Central do Brasil

Sono un essere senziente. Mi occupo di varia umanità dall’età di circa due anni. Sono giunto al mezzo secolo di esperienza vissuta su questo Pianeta. Laureato in Lettere Moderne con una tesi sulla Poetica dell’ultimo Caproni nel 1996. Interessato al cinema dall’età di tre anni e mezzo dopo una sofferta visione dei Tre Caballeros della Disney, opera discussa e aspramente criticata in presenza delle maestre d’asilo. Alla perenne ricerca di un nuovo Buster Keaton che possa riportare luce nelle tenebre e sale nei popcorn.