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Uno dei titoli più brutti mai dati ad un film e non c’entra questa volta la traduzione del distributore. Eppure Peter Greenaway, a dispetto di questo, ci regala un film splendido, saturo di metafore, colori cangianti, personaggi epici, cucine dionisiache e pranzi luculliani. Il cinema di Greenaway è un incedere di suggestioni visive come struggenti folgorazioni, un turbinio cromatico che colpisce come un maglio l’attenzione di chi guarda e si converte istantaneamente in emozione, in linguaggio. Ogni scena è costruita per comunicare senza necessità di parole, così in una sequenza vediamo i personaggi aggirarsi dentro un bagno rosso scarlatto, per poi scoprire che il bagno è in realtà di un bianco abbacinante, e la passione della scena precedente si quieta in riflessione. La cucina è ricolma di oggetti, cibi, stoviglie, operai, cuochi, con in sottofondo la meravigliosa voce bianca del piccolo sguattero che canta il Miserere per tutti coloro che ci lavorano. Il salone del ristorante è immerso in un rosso penetrante con un immenso quadro di Frans Hals, il Banchetto degli Ufficiali, ad incombere sui commensali.

La storia è prima di tutto una storia d’amore clandestina tra due clienti di un ristorante: un piccolo bibliotecario e la moglie di un boss della malavita, un uomo di una volgarità e di una rudezza senza pari. Tutti e tre sono clienti abituali del ristorante e godono, ciascuno in maniera diversa, delle prelibatezze servite dal cuoco e proprietario. La storia d’amore, iniziata furtivamente nel bagno del ristorante, sarà brutalmente interrotta dal boss tradito, che farà uccidere l’amante della moglie cacciandogli in bocca pagine di libri strappate. La moglie preparerà la sua feroce vendetta facendo cucinare il cadavere dell’amante al cuoco e servendolo da mangiare all’assassino. Un’opera di una raffinatezza stilistica davvero ineguagliata: come spesso accade per il cinema di Greenway, si ha l’impressione di assistere alla costruzione di un imponente Templio iconografico, un edificio di una tale perfezione da rimanere basiti ad osservarlo per ore, inebetiti dalla sua bellezza.

Titolo originale: The Cook the Thief His Wife & Her Lover

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