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Un film controverso, osteggiato da una parte della critica che non perdonò a Truffaut di aver tradito il suo estro spiccatamente europeo per dedicarsi ad un progetto troppo americanizzato (a cominciare dal romanzo di Ray Bradbury da cui è tratto, un libro di fantascienza per giunta). In realtà un film di grande levatura, dove l’amore per la parola scritta del regista francese, esalta registro narrativo e dimensione registica creando una storia che avvince e commuove. La narrazione prende forma in un imprecisato futuro, dove un dipartimento statale, i cosiddetti pompieri, è deputato a bruciare i libri. Uno dei pompieri, Montag, incontrerà Clarissa, una donna che gli infonde l’amore per la lettura. Comincerà la sua graduale evoluzione verso la consapevolezza che la parola scritta è quanto di più sacro e puro l’uomo possa custodire. Una scena su tutte: la scoperta della biblioteca segreta dove il Capitano, dopo aver chiamato Montag ad assistere, lancia la sua filippica contro i libri, Truffaut gioca con i due uomini in mezzo a tutti quei libri alternando primi piani delle copertine e delle coste a primi piani delle espressioni diaboliche del Capitano mentre lancia i suoi strali contro la parola scritta. Ottimo l’uso della cinepresa, sempre impegnata a documentare con naturalezza il susseguirsi degli eventi senza eccedere in frivoli manierismi.

Titolo originale: Fahrenheit 451

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