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Una piccola gemma cinematografica: la poetica delle piccole cose diviene l’aura vitale di Amélie Poulain, personaggio in bilico tra fiaba e realtà. Un film che fa nascere la voglia di riscoprire vecchie cose che abbiamo in soffitta e ci fa comprendere la bellezza insita in tutte le cose che ci circondano, specialmente le più insignificanti. La storia che si narra è quella di Amélie, una ragazza solitaria che incontra l’amore della sua vita e lo rincorre attraverso il tempo, gli oggetti, la storia segreta del mondo celata nei dettagli a cui nessuno fa caso. Amélie ha un suo delizioso senso della giustizia che la porta a cercare di riequilibrare con una corposa dose di Karma le ingiustizie che incontra ogni giorno. E così si vendica di un ortolano sgarbato che tratta male un suo dipendente penetrandogli in casa e seminando l’abitazione di bizzarre trappole: colla nelle ciabatte, una lampadina che esplode, le maniglie di una porta invertite. Oppure diffonde per tutto il quartiere le poesie di un poeta disilluso e fallito, frequentatore abituale del bar in cui lavora. O infine fa innamorare l’ipocondriaca cassiera del bar di un cliente geloso presente per controllare i movimenti di una sua ex. Amélie in definitiva è la ragazza della porta accanto che tutti vorremmo avere per vicina: intelligente, ironica, sensibile, creativa ed eterea come uno sprazzo di sole. Oltre alla figura di Amélie un’altra chiave di lettura del film è, come già accennato, la poetica del minimalismo fusa ad un’eleganza formale dell’opera. Eleganza che si traduce in una cura del formato cinematografico quasi maniacale (basti pensare all’incantevole realizzazione dei titoli di testa realizzati attraverso una parata di oggetti e ricordi). Una visione obliqua della realtà che ci commuove e ci appassiona. Jeunet è un regista specializzato in un cinema visionario che stupisca attraverso una continua reinvenzione del linguaggio cinematografico. La sua cifra estetica è costituita da un gusto raffinato per un’iconografia sterminata di oggetti, ricordi e persone che s’imprima nella memoria dello spettatore divenendo tassonomia universale per accostarsi alle sue opere.

Titolo originale: Le fabuleux destin d’Amélie Poulain

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  1. massimiliano 11 Aprile 2021

    Capisco che è bello ma mi annoia. Come la pittura di Balthus.

    1. Anonimo 25 Febbraio 2023

      La noia è il risulato della disattenzone

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