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Kim Ki-Duk è un artista eclettico la cui attività di regista è soltanto una piccola parte del suo artigianato nel campo dell’Arte. Uno storyteller visionario che inizia la sua formazione nelle arti figurative e solo recentemente prestato alla Settima Arte. Debutta al cinema nel 1996 con un’opera prima graffiante e originale come Crocodile. Prima di questo film è stato autore del meraviglioso “Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera” (2003). Le sue opere sono puro lirismo iconografico, immacolato fluire di forme ed emozioni aeree, quasi impercettibili nel loro aleggiare. Non fa eccezione questo bellissimo Ferro 3 in cui Tae Suk vive infilandosi nelle case lasciate temporaneamente vuote e le fa sue. Ripara gli oggetti, fa le pulizie, gioca a golf nei giardini, si prende cura dei ricordi di chi ha abitato quelle case e li custodisce quasi come un antico Lare. In una delle sue imprese il giovane s’imbatte in una ragazza che ha subito violenza, ridotta in uno stato pietoso. Il giovane la prenderà con sè, attirandola nel suo gioco, e inevitabilmente nascerà tra loro un amore diafano, ultraterreno. Un’opera che è sinuosa poesia per immagini e sensazioni, un lungo commosso omaggio a ciò che abbiamo e a ciò che vorremmo avere, un lirico sguardo all’infinita leggerezza del vivere.

Titolo originale: Bin-jip

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  1. Cristina 3 Settembre 2023

    Incredibile come la loro storia diventa un film nel film, avulso dalle brutture della vita. La storia del golf con le palline però non l'ho capita proprio

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