Giorni Perduti
- Anita Sharp-Bolster, Doris Dowling, Frank Faylen, Frank Orth, Howard Da Silva, Jane Wyman, Philip Terry, Ray Milland
- Billy Wilder
- Drammatico, Noir
- 16 Agosto 1945
Un’opera sulla perdizione di un uomo: The Lost Weekend è l’ennesima prova del genio di un regista eclettico e mai scontato. Billy Wilder, intellettuale raffinato e profondo, volle in questo modo innestare un po’ dello spirito inquieto, umbratile e obliquo, tipico dell’arte europea, in seno alla macchina buonista di Hollywood. Ma il suo intento programmatico non è dipingere una folkloristica boheme ma sondare la totale dissoluzione di un animo umano messo di fronte alla sua devastante fragilità, alla sua totale acquiescenza al vizio. La storia è quella di uno scrittore in crisi di risultati che sprofonda nell’alcolismo. Il leit motiv del film è interamente condensato nella prima folgorante scena: mentre Danny ascolta suo fratello immerso nei preparativi per il weekend che trascorreranno insieme nella casa di campagna la testa di Danny è altrove: precisamente appesa alla finestra dove ciondola una bottiglia di whisky che Danny ha legato ad una corda lasciandola penzolare fuori e nascondendola così al fratello e alla fidanzata. Il suo sguardo, il suo cervello, ogni sua cellula brama quella bottiglia e desidera più di ogni altra cosa star solo con essa, perdersi nelle sue allucinate profondità. Gradualmente la sua vita andrà in pezzi con l’allontanamento delle persone che lo amano, l’alienazione, l’esilio in una città ostile e sconosciuta. Sarà la sua compagna a lottare con tutte le sue forze per riportare l’uomo alla vita. Indimenticabili alcune scene come quella del piccolo topo che spunta da un pertugio del muro e viene dilaniato da un pipistrello: Danny urla la sua disperazione mentre un rivolo di sangue sembra sgorgare dal muro stesso. Una perversa allucinazione, sintomo di quel delirium tremens preannunciato a Danny dall’infermiere dell’ospedale per alcolisti in cui aveva trascorso una notte e in cui aveva avuto modo di confrontarsi con la sua disperata condizione. Splendida interpretazione di Ray Milland, davvero un’icona della perdizione. Un’opera sontuosa sulla deriva psicologica e affettiva di un essere umano, un dettato quasi clinico sugli effetti dell’alcol sulla psiche umana, ma anche sulla devastazione dei rapporti sociali che l’alcol mette in atto.
Titolo originale: The Lost Weekend