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Huston firma uno dei più bei gangster movie screziato di noir di sempre e lo fa con una leggerezza e al contempo una profondità di campo che ne hanno fatto un caposaldo del genere. La cosa migliore del film è senza dubbio la profonda e al contempo schematica raffigurazione di ogni personaggio coinvolto nella narrazione. L’elemento umano è michelangiolescamente campito nella sua intrinseca specificità: vizi, emozioni, pensieri, tensioni, parole, gesti. I personaggi sono semplici fredde silhouette simboliche in un mondo stilizzato; Huston rompe la barriera intellettuale dell’espressionismo, e permette ai personaggi di brillare in tutta la loro gloriosa umanità senza infondere nè retorica nè pathos. La storia prende corpo intorno al progetto di una rapina in una gioielleria. Artefice e mente del colpo è un avvocato sull’orlo del fallimento. Gli esecutori materiali sono una banda eterogenea di varia umanità: porteranno a termine il colpo ma lasceranno delle labili tracce su cui si avventerà la polizia. Sarà l’inizio di un lento gioco al massacro in cui ogni componente della banda cade inesorabilmente nella rete. Un riferimento per tanti uomini di cinema che hanno amato visceralmente questo film. Huston ha dato libero sfogo al suo grande estro ricavandone un bastione su cui erigere la fortezza della Settima Arte. Difficile non considerare questo film un capolavoro.

Titolo originale: The Asphalt Jungle

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