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Alfred Hitchcock profondo innovatore anche in generi potenzialmente meno fertili come quello horror-catastrofista in cui può essere erroneamente incasellato questo film. Il Maestro prende in mano un racconto di Daphne de Maurier e ne trae un’opera in cui l’aspetto teatrale è preponderante con l’unità di tempo, azione e luogo a scandire il ritmo sempre più serrato del film. A Bodega Bay gli uccelli si comportano in modo strano e con l’arrivo di Melanie Daniels a casa del fidanzato le cose diverranno via via insostenibili. Barricati in casa osserveranno la furia dei volatili di ogni specie abbattersi sulla casa. Un’opera fondamentale nel percorso di Hitchcock che ricerca le radici del terrore andando a sondare le paure più ataviche e primordiali. Gli attacchi degli uccelli sono realizzati con una tecnica molto efficace tesa ad esaltare gli stridii dei volatili e la loro aggressività mediante furiosi piani sequenza alternati a primi piani dei visi atterriti dei protagonisti. Tippi Hedren, diciamolo senza paura, non è qui la migliore protagonista che si poteva sognare per questo film, ma la sua autentica paura in qualche modo funziona sul set. Gli uccelli sono stati fatti oggetto da parte della critica di svariati tentativi di attribuirne significati metaforici: da simbolo di sessualità repressa a metafore delle paranoie e delle fobie dei personaggi. Semplicemente noi ci vediamo un tentativo, da parte di Hitchcock, di creare un nuovo stato d’animo di tensione attraverso un mezzo narrativo che non era mai stato impiegato nei precedenti film e che il Maestro era curioso di sperimentare.

Titolo originale: The Birds

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