I Quattrocento Colpi
In gran parte autobiografico, il film racconta la difficile infanzia di Antoine Doinel, i suoi rapporti con i genitori, i piccoli furti, che gli valgono la detenzione in un centro per giovani delinquenti. Alla fine del 1950, Antoine Doinel, 12 anni, vive a Parigi con una madre frivola e un patrigno che non lo ama. In un tema che gli viene assegnato come compito a casa plagia Balzac. L’insegnante gli assegna uno zero per la costernazione di Antoine, che in realtà ha voluto rendere omaggio al suo autore preferito.
Antoine nutre una fervida ammirazione per Balzac. Gli ha persino dedicato un altare, una candela illumina un ritratto dello scrittore e un giorno appicca il fuoco ad una tenda, provocando l’ira del suo patrigno. Il ragazzo viene vessato dal professore di francese autoritario e ingiusto, motivo per il quale salta la scuola con Renè, l’amico del cuore. Ruba una macchina da scrivere ma viene colto in flagrante. Un giudice minorile lo mette in un centro di osservazione. Durante una partita di calcio Antoine sfugge alla guardia e si ritrova in riva al mare. Un’opera struggente con un’introspezione amorevole per il personaggio di Antoine, alter-ego di Truffaut. Per mezzo di inquadrature voraci e quasi ossessive Truffaut indugia a fondo sui primi piani. Sullo sfondo la denuncia verso la grettezza e l’insensibilità del mondo degli adulti nri confronti di ragazzi che molto spesso chiedono soltanto attenzione. Un film toccante e memorabile.
Titolo originale: Les quatre cents coups