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Un’opera che costruisce sul silenzio della marginalità il suo patrimonio semantico. Melville, regista che predilige un’umanità solitaria definisce le regole del caso facendo incontrare 3 uomini che un attimo prima non si conoscevano affatto e li unisce in un progetto comune: svaligiare una gioielleria. Si noti la scena in cui Delon e Volontè si incontrano: nell’avvicinamento dei due si respira una sorta di distonia, una cacofonia palpabile. Poi i due lentamente si toccano, si conoscono e si uniscono in un’amicizia profonda, che non necessita di parole. Una pagina di altissimo cinema. La storia prosegue con le vite dei tre e il progetto del colpo che prende corpo e viene definito, fino al momento fatidico in cui occorre entrare in azione. Film incantevole di un cineasta sensibile all’emozione della casualità, a come questa regoli vite e decida il destino degli uomini. Superbi i tre interpreti: Delon con il suo magnetismo, Volontè con la sua lucida follia e Montand con la razionalità dissolta in uno sguardo sempre obliquo.

Titolo originale: Le cercle rouge

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