
I Senza Nome
Un’opera che costruisce sul silenzio della marginalità il suo patrimonio semantico. Melville, regista che predilige un’umanità solitaria definisce le regole del caso facendo incontrare 3 uomini che un attimo prima non si conoscevano affatto e li unisce in un progetto comune: svaligiare una gioielleria. Si noti la scena in cui Delon e Volontè si incontrano: nell’avvicinamento dei due si respira una sorta di distonia, una cacofonia palpabile. Poi i due lentamente si toccano, si conoscono e si uniscono in un’amicizia profonda, che non necessita di parole. Una pagina di altissimo cinema. La storia prosegue con le vite dei tre e il progetto del colpo che prende corpo e viene definito, fino al momento fatidico in cui occorre entrare in azione. Film incantevole di un cineasta sensibile all’emozione della casualità, a come questa regoli vite e decida il destino degli uomini. Superbi i tre interpreti: Delon con il suo magnetismo, Volontè con la sua lucida follia e Montand con la razionalità dissolta in uno sguardo sempre obliquo.
Titolo originale: Le cercle rouge

Sono un essere senziente. Mi occupo di varia umanità dall’età di circa due anni. Sono giunto al mezzo secolo di esperienza vissuta su questo Pianeta. Laureato in Lettere Moderne con una tesi sulla Poetica dell’ultimo Caproni nel 1996. Interessato al cinema dall’età di tre anni e mezzo dopo una sofferta visione dei Tre Caballeros della Disney, opera discussa e aspramente criticata in presenza delle maestre d’asilo. Alla perenne ricerca di un nuovo Buster Keaton che possa riportare luce nelle tenebre e sale nei popcorn.