
Il Cacciatore
La guerra scava dentro le persone e le trasforma in qualcosa di diverso, alieno, inconoscibile. Questo grande film di Michael Cimino ruota intorno a questa proposizione e ne sonda la valenza intrinseca all’interno della società americana nel dopo Vietnam. Tre amici di una piccola cittadina industriale della Pennsylvania sono strappati alla routine quotidiana lavoro-famiglia per andare a combattere in Vietnam. Due di loro, Michael e Steven, torneranno dall’inferno in condizioni critiche: Michael alienato e fiaccato nello spirito, Steven su una sedia a rotelle, il terzo di loro, Nick, non farà ritorno ma rimarrà in Vietnam perso in una sorta di auto-degradazione dopo aver subito torture fisiche e psicologiche dei Vietcong. Michael decide di tornare in Vietnam per riprendersi Nick. Quando lo incontrerà si troverà di fronte ad una persona sconosciuta, un involucro svuotato di ogni essenza che trascorre le notti di Saigon giocando alla Roulette Russa per denaro. Un viaggio nella disperazione, nel decadimento psicologico per un’opera di assoluto rilievo, un manifesto contro ogni guerra. Memorabili le sequenze della roulette russa, la prima nella capanna dei carcerieri, la seconda in cui Michael e Nick si trovano drammaticamente uno davanti all’altro. Michael tenta in ogni modo di strappare Nick al suo destino, anche a costo della vita. Un’opera drammatica e sconvolgente, aspramente criticata al Festival di Berlino da gruppi di sinistra che non perdonarono a Cimino di aver dipinto i Vietcong come sadici aguzzini, mentre in realtà la chiave di lettura principale de Il Cacciatore è il devastante effetto della guerra sui soldati che la combattono, il loro irrimediabile precipitare nei meandri dei propri orrori personali.
Titolo originale: The Deer Hunter