
Il Decalogo
Un’opera di una tale grandezza che è veramente arduo abbracciarne in poche parole la sconfinata semantica. Kieslowski si cimenta con sguardo intellettualmente disincantato (scevro cioè da ogni prodromo di materialismo) ai Dieci Comandamenti. Il suo sguardo non è lo sguardo di un ateo alla fede, ma la speculazione di un uomo di fronte all’infinito. Originariamente uscito per la TV polacca e diviso in 10 puntate, una per ciascun comandamento, è un’opera di una compattezza stilistica granitica, ma al contempo di una profondità di campo che disorienta. Ogni episodio sviscera il relativo comandamento mettendone in luce contraddizioni e rimandi esistenziali. Ogni episodio tenta di permeare il verbo divino attraverso una storia umana che ne incarni il messaggio e lo trasfiguri in una poetica cristallina. Kieslowski gioca sempre sulle dicotomie: fede e conoscenza, Dio e Ragione, uomo e divino. Il risultato rimane un’opera di altissimo ingegno, di un lirismo purissimo, di grande tecnica registica. Un vero e proprio punto d’arrivo della cinematografia moderna.
Titolo originale: Dekalog

Sono un essere senziente. Mi occupo di varia umanità dall’età di circa due anni. Sono giunto al mezzo secolo di esperienza vissuta su questo Pianeta. Laureato in Lettere Moderne con una tesi sulla Poetica dell’ultimo Caproni nel 1996. Interessato al cinema dall’età di tre anni e mezzo dopo una sofferta visione dei Tre Caballeros della Disney, opera discussa e aspramente criticata in presenza delle maestre d’asilo. Alla perenne ricerca di un nuovo Buster Keaton che possa riportare luce nelle tenebre e sale nei popcorn.