
Il Diritto di Uccidere
- Art Smith, Carl Benton Reid, Frank Lovejoy, Gloria Grahame, Humphrey Bogart, Jeff Donnell, Martha Stewart
- Nicholas Ray
- Drammatico, Mystery, Noir
- 17 Maggio 1950
Il film si intitola “In a Lonely Place” con un titolo evocativo e potente, ma il titolista italiano come al solito ci mette del suo e ne esce un titolo improbabile. A dispetto di questo l’opera è uno splendido archetipo del genere noir. Notevole l’interpretazione di Bogart nel ruolo di uno scrittore di best sellers trash, violento e paranoide, sospettato di aver ucciso una ragazza conosciuta occasionalmente. La sua vicina di casa, in un moto di apparente generosità, gli fornirà un alibi traendolo momentaneamente dai guai, attratta da lui ne diverrà Musa e Nemesi. Davvero indimenticabile la regia di Nicholas Ray che con rapide carrellate alternate a primi piani ossessivi, il regista di Galesville crea una tassonomia iconografica del noir. Il film è uno studio molto efficace intorno ad un individuo in bilico su una lama, efficace è anche il mutamento di prospettiva per cui dalla sensazione di intrappolamento di Bogart passiamo alla sensazione di disagio della Grahame. Come Rick in Casablanca, anche Dixon perde male in Amore, ma qui l’uomo è portato al limite psicologico, producendo un ritratto bruciante di uomo strappato in due. Un tremendo conflitto che attraversa l’animo dello spettatore e lo dilania con studiata lentezza, portandolo infine lì dove Ray lo voleva.
Titolo originale: In a Lonely Place

Sono un essere senziente. Mi occupo di varia umanità dall’età di circa due anni. Sono giunto al mezzo secolo di esperienza vissuta su questo Pianeta. Laureato in Lettere Moderne con una tesi sulla Poetica dell’ultimo Caproni nel 1996. Interessato al cinema dall’età di tre anni e mezzo dopo una sofferta visione dei Tre Caballeros della Disney, opera discussa e aspramente criticata in presenza delle maestre d’asilo. Alla perenne ricerca di un nuovo Buster Keaton che possa riportare luce nelle tenebre e sale nei popcorn.