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The Maltese Falcon è tratto da un romanzo di Dashiell Hammett e, tenendo fede alle atmosfere del libro, è un’opera dal ritmo incalzante che non concede respiro. John Huston gira raffinati piani sequenza riscrivendo in qualche modo il genere noir poliziesco, infondendo alla narrazione un afflato di continua tensione, di spasmodica attesa, grazie anche alla recitazione di attori del calibro di Humphrey Bogart e Peter Lorre. L’investigatore privato Sam Spade è chiamato ad indagare su una statuetta d’oro raffigurante un Falcone Maltese, l’oggetto continua a cambiare padrone e si rivela come un inafferrabile Graal a cui tutti tendono ma che nessuno riesce a sfiorare. Huston compie un’operazione di ridefinizione dei canoni conferendo ad ogni personaggio una screziatura oscura, un’ombra fuggevole che influenza il nostro giudizio contribuendo ad intorbidire il significato ultimo a cui ogni spettatore tende. Come per il Falcone Maltese anche le azioni e le idee che governano questa storia ci appaiono – a tratti – ingarbugliate, insondabili, imprendibili.

Dopo aver scritto numerose sceneggiature per la Warner, John Huston riceve finalmente l’investitura per la regia di un film. Con un budget piuttosto limitato, decide di adattare il Falco maltese di Hammett. I codici del genere del “film noir” sono subito individuati e stabiliti mettendo in scena la storia: il detective con il suo impermeabile, la femme fatale, la città eternamente immersa nella notte e sotto una pioggia torrenziale con molte scene sui marciapiedi, una produzione espressionista con un giochi di luci piuttosto scure, personaggi ambigui. Il film è ispirato all’espressionismo tedesco: visuali estreme (molti scatti asimmetrici con inquadrature dal basso che disegnano un universo claustrofobico), sagome tagliate dalle ombre (con un gioco di luci magniloquente e sensazionale). Per dare importanza e mostrare la superiorità di Sydney Greenstreet, il terribile Boss che tira le fila della storia, Huston utilizza una fotocamera ad angolo basso che lo presenta come una creatura mefistofelica. La psicologia è un punto importante con i suoi personaggi ambigui dotati di un passato senza gloria. William Wyler, amico di Huston, gli avrebbe consigliato di girare solo scene importanti con piani e dialoghi semplici ed efficaci, cosa che il regista segue alla lettera, imbastendo un film emozionante con colpi di scena, una certa complessità drammaturgica e dotato di una suspense latente che invischia lo spettatore come una preda indifesa nella tela di un ragno. John Huston sposa il punto di vista di Sam Spade, l’intera storia è orientata verso l’avanzamento della sua indagine, nulla viene rivelato allo spettatore a parte la morte del partner di Spade. Si tratta del punto di vista soggettivo, un altro pattern cruciale del genere noir. La semplicità della realizzazione nella definizione di tutti questi piani semantici è perfettamente padroneggiata da Huston restituendo l’intera gamma emotiva dei personaggi codificandone al contempo la complessità.

Titolo originale: The Maltese Falcon

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