Il Porto delle Nebbie
Carné alla regia, Prevert alla sceneggiatura e Gabin come primo attore: un film con un tale parterre de roi non poteva che divenire un simbolo per generazioni di cinefili. E così è stato. Un’opera che si fa apprezzare per un soffuso lirismo, una narrazione coinvolgente, una recitazione sempre all’altezza (la memoria corre alla scena in cui un sardonico Gabin schiaffeggia Brasseur). La storia è incentrata sul personaggio di Jean, un disertore dell’esercito colonialista, che arriva al porto di Le Havre in cerca di una nave con cui lasciare il Paese. Qui in attesa di partire incapperà in diversi accadimenti, non ultimo innamorarsi di una giovane di 17 anni, sfruttata da un vecchio aguzzino. E proprio il vecchio sarà ucciso da Jean nel tentativo di difendere la ragazza da un tentativo di violenza. Le cose precipiteranno fino al tragico epilogo. La cornice nebbiosa del porto (come premesso dal titolo) ammalia e stordisce per la sua suadente distorsione di una realtà spesso ostile e inconoscibile di per sè. Un grande film che non deluderà tutti coloro che credono che il Cinema è Poesia, prima di ogni altra cosa.
Titolo originale: Le quai des brumes