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Secondo film della saga di Mad Max firmato dall’australiano George Miller. Uno dei rari casi in cui il secondo capitolo si fa largamente preferire al primo per un più affinato senso del ritmo narrativo, della fotografia e del talento registico nel trasporre il racconto in immagini. Un giovanissimo Mel Gibson presta il suo phisique du role a questo avventuriero che vive in un futuro distopico dopo che una non precisata catastrofe bellica ha spazzato via ogni risorsa dalla terra e gli uomini si trovano a lottare per il carburante come il bene più prezioso da difendere. In questo desolato contesto, dove il deserto ha riconquistato le terre emerse, i veicoli a motore sono gli unici mezzi che garantiscono la sopravvivenza. Il nostro eroe aiuterà una comunità di scampati all’Apocalisse a difendere l’inestimabile carburante dagli assalti di una banda di tagliagole senza scrupoli guidati dal terribile Humungus. Molto buono è l’uso della fotografia di Dean Semler nel dare il sapore, la cifra di questa desolazione. Miller dal canto suo dimostra un invidiabile mestiere nelle scene d’azione e il suo eccelso lavoro ha il merito di creare un nuovo genere di Car Crash Movies, dove il clangore delle carrozzerie e il sudore dei bicipiti formano un mix vincente. Un film adrenalinico dunque, con qualche notevole spunto fantascientifico, merito della sceneggiatura dello stesso Miller e di Terry Hayes.

Titolo originale: Mad Max 2: The Road Warrior

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