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Walsh firma un gangster movie atipico per molti versi: anzitutto la connotazione psicologica del protagonista: complessa e compulsiva, con florilegio di fobie che delizierebbero il palato di qualsiasi famelico psichiatra. In ogni caso affascinante nella sua perversa poliedricità. Poi c’è la connotazione etica che viene bellamente turlupinata, a differenza di altri casi in cui i fuorilegge erano comunque messi alla gogna dalla prospettiva istituzionale dell’opera, benché certamente presentati come uomini valorosi, in quest’opera Walsh delinea l’archetipo dell’antieroe e trova nella maschera cinica di Cagney la perfetta incarnazione. James Cagney interpreta Cody Jarrett, piccolo balordo cresciuto in una famiglia di banditi. Cody ha una venerazione per la madre ed è vittima di violenti cambiamenti d’umore che lo fanno apparire un uomo sulla soglia della follia. Quando riunirà la vecchia banda in una fabbrica abbandonata inizierà a progettare un colpo ad un treno che dovrà cambiare le loro vite per sempre. Memorabile, è davvero il caso di dirlo, l’interpretazione di Cagney. Cody Jarrett è l’archetipo della ferocia e della sottomissione edipica alla madre. Hitchcock quando girò Psycho sicuramente rammentò la lezione di questo film e la figura che Walsh seppe progettare e Cagney incarnare.

Titolo originale: White Heat

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