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Un film condotto con magistrale senso della tensione questo di Bava, un regista italiano che davvero raccolse, a livello di critica e pubblico, molto meno di quel che si sarebbe meritato. Un bianco e nero spettrale, gotico, impastato di atmosfere impalpabili fa da cornice ad una vicenda che trae spunto da una short story del grande Gogol. La storia è quella del risveglio di una terribile strega per inconsapevole opera di un professore universitario in viaggio per lavoro. La strega calerà sul mondo con furia da Erinni e pianificherà spietatamente la sua atroce vendetta. Probabilmente una delle scene horror più belle mai girate è quella d’apertura, tre minuti di meraviglioso incanto gotico, con la strega che legata al palo del suo supplizio ascolta i motivi della sua condanna e poi scaglia la sua atroce maledizione sul fratello che presiede il tribunale che l’ha condannata. Quindi il boia le inchioda sul viso la Maschera del Demonio con un primo piano lento e straziante delle punte acuminate che si avvicinano alla carne. Un caposaldo dell’horror non solo italiano, ma di sempre. Non a caso citato da Tarantino come archetipo imprescindibile. Un film che va visto con tutte le luci accese e una buona dose di ottimismo nel futuro.

Titolo originale: La Maschera del Demonio

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