La mia Notte con Maud
In precario equilibrio sui sentimenti Rohmer indaga sulla natura dell’amore. Ne viene fuori un’opera intrigante: per prospettiva emotiva e per indagine psicologica. Un ingegnere della Michelin si sposta per lavoro in un paesino del Clermont Ferrand e nota, durante una messa, un’avvenente fanciulla che si ripromette di incontrare. La stessa sera è invitato da un amico a casa di Maud, donna intelligente e disinibita, con cui trascorre una notte di parole e un solo labile bacio. Anni dopo si ripresenta a casa della donna dopo aver sposato la ragazza conosciuta a Messa. La dialettica lascerà posto alle pulsioni sotterranee che proromperanno con forza dirompente. Una delle scene più malinconiche di tutto il film è la scena finale: Jean-Louis incontra dopo cinque anni Maud sulla spiaggia e si stacca dalla moglie e dal figlio per salutarla, un dialogo soffuso tra le dune di sabbia e davanti ai due, oltre le parole, si possono quasi toccare i ricordi, i bivii della vita, i rimpianti rotolati attraverso gli anni. Il film si conclude con Jean-Louis che fa ritorno dalla moglie e incomincia a parlarle di Maud, millantando una notte di sesso mai avvenuta. Poi si alza e mano nella mano si tuffa nelle onde con suo figlio e sua moglie. Rohmer, fine conoscitore dell’animo umano, modella una storia intorno al vorticare dell’amore in fieri, della passione che avrebbe potuto essere. Un’opera che non mancherà di farci riaffiorare un bacio rubato, uno sguardo perduto, una donna volata via nel vento della memoria.
Titolo originale: Ma nuit chez Maud
Grande regista. Ogni tanto farei scopare i protagonisti, ma lui no, fedele alla sua poetica, alla sua verbosità, alle sue numerose verità.