La Montagna Sacra
Alejandro Jodorowsky è un regista dalla visuale ultraterrena, surreale e mistificante. Un film che toglie ogni certezza, elimina ogni punto di riferimento. Una cavalcata onirica attraverso icone religiose, grotteschi idoli pagani e miracoli a buon mercato. Nove uomini, tra i più potenti della terra, si mettono alla ricerca della Montagna Sacra, dove è nascosta la fonte dell’Immortalità. Li guiderà una sorta di messia errante, un alchimista che li conduce attraverso prove e segreti mistici da superare per raggiungere la meta. Durante il cammino si renderanno conto che la vera immortalità consiste nello (ri)scoprire il proprio vero io, denudato da ogni orpello sociale e mondato da ogni vincolo umano. Il film contiene numerosi riferimenti alla Cabala, allo Zodiaco, ai Tarocchi (su cui Jodorowsky ha scritto diversi libri) e naturalmente all’Alchimia. Un’opera splendida dove la realtà spesso agonizza, si ha cioè l’impressione di uno sfasamento costante, di essere continuamente messi alla prova dal narratore attraverso la creazione di parabole in forma parodistica, in una girandola infinita di stati subcoscienti. Un lungo sogno ad occhi aperti.
Titolo originale: The Holy Mountain