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Ci troviamo in presenza di un film per molti aspetti strano: prima e unica regia di Laughton (si dice che fu coadiuvato da Robert Mitchum), una trama grottesca e volutamente spiazzante, un insuccesso di pubblico che si tramutò, nel corso del tempo, in un vero e proprio film di culto per legioni di cinefili. La storia è quella del pastore protestante Harry Powell, losco e orchesco figuro che passa di vedova in vedova, prima plagiando poi uccidendo senza pietà. Ma l’ultima sua vittima lo porta in conflitto con i suoi due bambini che riusciranno a fuggire da lui e a trovare riparo da un’adorabile vecchina. Un film sospeso nel tempo, con un incedere fiabesco (Hansel e Gretel, Barbablù….) e con una denuncia di fondo netta e incontrovertibile sulle ipocrisie di ogni religione. Un vero e proprio tesoro celato sul fondo di un fiume melmoso (come la povera Shelley Winters, nella celebre scena in cui venne ritrovata). Un’opera sublime, visionaria, poetica: da amare come una persona cara.

Titolo originale: The night of the hunter

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