La Recita
Opera universale e imponente (quasi quattro ore di durata), epica nella sua appassionante narrazione di vent’anni di storia greca attraverso gli occhi di una famiglia di teatranti in tournee con il loro dramma ottocentesco. Vi sono tre livelli distinti e tuttavia in perenne contatto per osmosi: il livello storico con i il crudo susseguirsi degli eventi: l’aggressione fascista, il dominio nazista, la liberazione, la difficile politica del dopoguerra. Il livello interpersonale con i rapporti tra i membri del cast,le loro passioni, le loro piccole rivalse. Il livello teatrale con una sorta di mitopoiesi derivata dal mito degli Atridi e riflessa sui personaggi in scena come nella vita, in una sorta di nebbia narrativa che confonde palcoscenico e vita reale e ne trae altissime pagine di pura elegia formale. E su tutto lo sguardo di Angelopoulos, un regista straordinario nel cesellare persone e luoghi, nel far trasparire la poesia in forma d’immagini, nel realizzare ingegnosi tecnicismi per non far perdere l’orientamento allo spettatore attonito ed estasiato. Tante le scene memorabili come quella in cui Elettra, al suo ingresso nella sala da ballo, assiste alla sfida tra fascisti e comunisti, due comitive sedute ai rispettivi tavoli, sfida combattuta a suon di canzoni parodistiche e balli provocatori, fino al punto in cui uno dei fascisti non estrae una pistola e sparando in aria caccia via il gruppo rivale.
Titolo originale: O thiasos