
La Regina d’Africa
Un’opera con cui Huston introdusse l’ironia e la scanzonata dialettica del botta e risposta nel pattern d’avventura. Huston intese cioè scrostare l’alone di pomposità che circondava il genere avventura senza rinunciarvi completamente e senza per questo scadere nella mera parodia. Ne uscì un capolavoro annunciato anche grazie alla verve irresistibile dei due protagonisti: Bogart e Hepburn. La storia è quella di un’inacidita missionaria inglese che durante il conflitto del 15-18 discende un fiume africano con l’aiuto di un ruvido capitano di nave. L’intento paradossale della donna è quello di affondare una nave tedesca che è ancorata in un lago dove il fiume va a confluire. Inevitabilmente tra i due protagonisti scoppierà un amore condito di velenose battaglie dialettiche e circondato dalla lussureggiante natura di un’Africa quasi incontaminata. Huston andò in Congo a girare il suo film e la lavorazione fu inevitabilmente costellata d’incidenti e rallentamenti a causa della natura selvaggia dei luoghi. Accolto freddamente all’uscita (doveva vedersela al botteghino con Un Tram chiamato Desiderio, e non fu facile) ebbe un successo quasi postumo e fruttò l’unico oscar vinto in carriera a Bogart. Un’opera ancora oggi insuperata quanto a trovate sceniche e a sceneggiatura effervescente.
Titolo originale: The African Queen

Sono un essere senziente. Mi occupo di varia umanità dall’età di circa due anni. Sono giunto al mezzo secolo di esperienza vissuta su questo Pianeta. Laureato in Lettere Moderne con una tesi sulla Poetica dell’ultimo Caproni nel 1996. Interessato al cinema dall’età di tre anni e mezzo dopo una sofferta visione dei Tre Caballeros della Disney, opera discussa e aspramente criticata in presenza delle maestre d’asilo. Alla perenne ricerca di un nuovo Buster Keaton che possa riportare luce nelle tenebre e sale nei popcorn.