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Un’opera con cui Huston introdusse l’ironia e la scanzonata dialettica del botta e risposta nel pattern d’avventura. Huston intese cioè scrostare l’alone di pomposità che circondava il genere avventura senza rinunciarvi completamente e senza per questo scadere nella mera parodia. Ne uscì un capolavoro annunciato anche grazie alla verve irresistibile dei due protagonisti: Bogart e Hepburn. La storia è quella di un’inacidita missionaria inglese che durante il conflitto del 15-18 discende un fiume africano con l’aiuto di un ruvido capitano di nave. L’intento paradossale della donna è quello di affondare una nave tedesca che è ancorata in un lago dove il fiume va a confluire. Inevitabilmente tra i due protagonisti scoppierà un amore condito di velenose battaglie dialettiche e circondato dalla lussureggiante natura di un’Africa quasi incontaminata. Huston andò in Congo a girare il suo film e la lavorazione fu inevitabilmente costellata d’incidenti e rallentamenti a causa della natura selvaggia dei luoghi. Accolto freddamente all’uscita (doveva vedersela al botteghino con Un Tram chiamato Desiderio, e non fu facile) ebbe un successo quasi postumo e fruttò l’unico oscar vinto in carriera a Bogart. Un’opera ancora oggi insuperata quanto a trovate sceniche e a sceneggiatura effervescente.

Titolo originale: The African Queen

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