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Forse non tutti sanno che questo film era il preferito in assoluto di Walt Disney e che spesso il maestro del disegno lo additava come riferimento nella storia della cinematografia. E in effetti il film di Fellini è un’opera di magnificente candore trasposto su pellicola, un unico corpo narrativo, maestoso e coeso, in cui indulgere e ritrovarsi. Giulietta Masina interpreta una ragazza indigente venduta ad un artista di strada, il temibile Zampanò, interpretato da un grande Anthony Queen. La ragazza verrà impiegata dall’uomo nel suo show itinerante. Tra i due nascerà un rapporto contraddittorio dove senso di possesso e scoperta di un’umanità latente saranno i sentimenti predominanti. La trama del film, sebbene di una lucida semplicità, regala perle iconografiche appartenenti all’universo felliniano che avrebbero costellato gran parte della sua produzione: il circo, la ragazza di strada, il burbero padrone, il road movie. Il film può considerarsi elemento di transizione tra il rigido neorealismo di Rossellini e De Sica e un genere più orientato verso la suggestione onirica e il racconto autobiografico, un genere, sia detto chiaramente, creato ex novo dal regista riminese. Un film poetico dunque, fluente e sequenziale ballata dove la plasticità degli acrobati incontra in un orizzonte remoto il lirismo struggente della perdita.

Titolo originale: La Strada

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