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Un grande film di Mathieu Kassovitz sul disagio giovanile cavalcando il brulicante rancore che cova nei sobborghi remoti della capitale francese. Due amici si ritrovano separati dopo le violente proteste soffocate nel sangue dalla polizia. Uno dei due cercherà vendetta. La banlieu in tutta la sua tensione sociale è teatro di una vicenda dai forti connotati metropolitani. Una menzione va sicuramente a Vincent Cassel, davvero notevole nell’interpretazione del personaggio principale. Nel complesso un’opera che colpisce lo stomaco andando a rimestare nelle implicazioni sociologiche di emarginazione e disadattamento tipiche della banlieu. La banlieu cioè come non-luogo in cui convergono etnie multiformi, uomini senza destino, opere incompiute, profonde ingiustizie sociali, tensioni razziali, sentimenti collettivi di appartenenza (celebre in questo senso la scena in cui il DJ improvvisato spara la musica dalla finestra del suo appartamento creando una sorta di coesione effimera attraverso il collante delle note). Un’opera che è insieme amore per la marginalità e tentativo di trascenderne i limiti.

Titolo originale: La Haine

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