
Madre e Figlio
- Alexei Ananishnov, Gudrun Geyer
- Aleksandr Sokurov
- Drammatico
- 20 Febbraio 1997
Un delicato ritratto in bilico tra intimismo e impressionismo che si avvale di due unici attori. Un piccolo congegno iconico che fa brillare nella cremagliera dei suoi meccanismi un lungo addio tra madre e figlio senza per questo coinvolgere imbragature etiche ma connotando la storia con vividezza espressionista e sensibilità romantica. La storia è ambientata in uno sperduto villaggio russo dove un figlio rimane al capezzale della madre morente e ne accudisce amorevolmente gli ultimi istanti con una conversazione implicita, sussurrata, impregnata di ricordi e musiche rarefatte. Sullo sfondo i colori autunnali di una natura che avvolge gli amorosi sensi dei due protagonisti sublimandoli in archetipi sovrannaturali. La suggestione della campagna è il punto focale di quest’opera, visioni spirituali si alternano a colori cangianti, soffusi, sospesi nella nebbia: boschi e prati in bilico tra ricordo e dolore, tra spirituale natura e fragile condizione umana, in una sorta di sospensione onirica dal vivido sapore tarkovskiano. Un’opera di un lirismo mozzafiato, poco più di un’ora per percepire questo film come un balsamo per l’anima, un deja-vu nel tessuto del quotidiano che ci ostiniamo a voler interpretare silenziosamente, con un sorriso appena accennato.
Titolo originale: Mat i syn

Sono un essere senziente. Mi occupo di varia umanità dall’età di circa due anni. Sono giunto al mezzo secolo di esperienza vissuta su questo Pianeta. Laureato in Lettere Moderne con una tesi sulla Poetica dell’ultimo Caproni nel 1996. Interessato al cinema dall’età di tre anni e mezzo dopo una sofferta visione dei Tre Caballeros della Disney, opera discussa e aspramente criticata in presenza delle maestre d’asilo. Alla perenne ricerca di un nuovo Buster Keaton che possa riportare luce nelle tenebre e sale nei popcorn.