
Il Matrimonio di Maria Braun
Rainer Werner Fassbinder è un regista che ha sicuramente donato nuova linfa alla scena culturale tedesca degli anni settanta, non solo dal punto di vista cinematografico, ma anche teatrale e narrativo. In questo film analizza la vita di una donna sposata ad un reduce della seconda guerra mondiale: sconfitta, disillusione, mancanza di riferimenti culturali costelleranno la sua vita. Maria è una donna passionale, s’innamora di un giovane sergente, Hermann Braun, in partenza per il fronte e lo sposa per poi perderlo nel vortice della guerra il giorno seguente. Maria lo aspetterà invano recandosi tutti i giorni alla stazione ferroviaria sperando di vederlo comparire su uno dei treni in arrivo, ma un amico del marito gli annuncia la sua morte. Dato per disperso il marito Maria si getta nella prostituzione lavorando in un bordello per soldati americani, conosce così un ufficiale americano di colore diventando la sua amante. Ricomparso Hermann, scampato miracolosamente alla disfatta tedesca sul fronte, uccide l’amante americano per proteggerlo. L’uomo a sua volta, per proteggere Maria, finirà in prigione addossandosi la colpa dell’omicidio. Nel frattempo Maria diviene la compagna di un ricco industriale francese scoprendo di avere un ottimo senso degli affari diventando in breve tempo un’abile manager. Maria in questo turbinio di eventi non abbandona mai la speranza di poter un giorno poter riabbracciare Hermann e poter condurre con lui una vita normale. E’ fin troppo chiara la metafora che cela dietro il personaggio di Maria la Germania in piena ricostruzione post-bellica. La tenacia, la forza, il cinismo che permeano le azioni di Maria sono le qualità che hanno permesso alla Germania di risollevarsi, ma a quale prezzo? Fassbinder ci offre un lucido e spietato spaccato della Germania del dopoguerra analizzando freddamente gli elementi che l’hanno portata ad essere una delle più grandi nazioni al mondo nonostante la sua quasi completa distruzione.
Titolo originale: Die Ehe der Maria Braun