Mephisto
Dal romanzo di Klaus Mann la vita dell’attore Gustaf Gründgens, celebre ai suoi tempi per le interpretazioni del Faust di Goethe, ma anche per la parte del boss malavitoso nel film M Il Mostro di Duesseldorf di Fritz Lang. L’attore si oppose strenuamente all’uscita del romanzo ma invano. La sublime capacità di Szabó si evidenzia soprattutto nel trasfigurare le atmosfere teatrali della vicenda fino a lambire, in una sorta di comunione spirituale, la realtà ostile e perversa: appare questa una delle possibili chiavi per leggere questo splendido film. Si narra la storia di un oscuro attore di provincia che durante l’ascesa del regime nazista assurse a icona del potere grazie alla protezione delle più alte cariche naziste. Gründgens (che nel film prende il nome di Hendrik Höfgen per ovvie ragioni) detestava il Nazismo ma mise a tacere la propria coscienza in nome della carriera. Gli squallidi compromessi a cui l’attore deve di volta in volta soggiacere alla fine verranno drammaticamente a galla. Una cruda metafora del delicato equilibrio che intercorre tra potere precostituito e arte, in cui servilismo e talento puro si mescolano rendendo ardua una chiara lettura del messaggio estetico. Un grande Brandauer nel ruolo del protagonista, sa infondere al personaggio uno spessore commovente e teneramente apatico. Menzione di merito infine per la sontuosa ricostruzione storica. Un’opera da cui imparare molto, che getta uno sguardo laterale ad uno dei più terribili cataclismi politici dello scorso secolo.
Titolo originale: Mephisto