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Il film che consacrò il talento comico di Harold Lloyd confezionando una delle più iconiche gag che è entrata di diritto nella mitologia cinematografica: Harold Lloyd aggrappato all’orologio del grattacielo al 908S di Broadway Boulevard di Los Angeles, in bilico nel vuoto, sospeso alle lancette di un meccanismo che lo tiene sospeso nello spazio e nel tempo. La scena fu girata tra mille peripezie, e costò molte contusioni e una spalla slogata a Lloyd che volle comunque girarla personalmente e dovette anche fare uso di una protesi alla mano dal momento che in un incidente precedente aveva perso due dita. Per girarla furono usate diverse location, e fu ricostruito parte dell’edificio per permettere di filmare le scene più pericolose da un’altezza accettabile, ma pur sempre rischiosa. Inutile dire che il tutto divenne leggendario in ambito cinematografico e cineasti di ogni tempo omaggiarono la scena e l’attitudine eroica di Lloyd di lavorare (uno su tutti Zemeckis in Ritorno al Futuro).

La storia è incentrata sulla figura di un ragazzotto di provincia che, giunto a Los Angeles, si pone l’obiettivo di farsi notare per sbarcare il lunario. Deciderà di cimentarsi in un’impresa bislacca: scalare un grattacielo con l’aiuto di una controfigura che lo dovrà sostituire a metà scalata. Ma le cose non andranno per il verso giusto e la scalata si trasforma in impresa autentica tra acrobazie di ogni sorta.

Un’opera che fece del dinamismo corporeo un efficace strumento di espressione comica, in cui la risata nasce dallo scarto fisiologico tra potere umano e baratro invalicabile del limite fisico. Come già Chaplin, Keaton e più tardi Tati, Lloyd fa parte di quella genìa di comici che utilizzano il proprio corpo da opporre ai grotteschi retaggi che la modernità propina all’uomo della strada. Si tratta di una comicità raffinata e leggera che tende a mettere in risalto gli aspetti più surreali del progresso umano, del più sfrenato tecnologismo o della frenetica vita metropolitana. Questi uomini in sostanza deridono il nostro modo di guardare al futuro, divorati come siamo da ansie e sempre bramosi di scavalcare il presente con sofismi e manufatti di cui ci dotiamo. Una comicità che è prima di tutto pungente critica sociale ma anche sereno spunto di riflessione, una pausa dei sensi in mezzo al rutilante caos che ci travolge.

Titolo originale: Safety Last!

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