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Grande prova di maestria di Milos Forman che dirige un Jack Nicholson semplicemente superlativo in una storia dal forte sapore di denuncia sociale. “One Flew Over the Cuckoo’s Nest” è senza alcun dubbio un film entrato a far parte della ristretta cerchia dei film più amati di sempre: nato da un romanzo di Ken Kesey ha avuto una difficile gestazione a causa dell’argomento scabroso che tratta, argomento che fece fuggire parecchi produttori prima di trovare in Michael Douglas l’uomo che lo portò sul grande schermo (acquisendo i diritti del libro dal padre Kirk che li aveva acquistati negli anni ’50 e che non aveva trovato una casa di produzione). La storia è quella di un criminale di mezza tacca che si finge pazzo per ottenere l’infermità mentale allo scopo di evitare condanne peggiori, ma l’istituto psichiatrico in cui viene inserito lo segnerà indelebilmente. Di indole ribelle fomenta i pazienti contro il sistema repressivo della terribile infermiera Ratched (interpretata da un’ispiratissima Louise Fletcher che diede al personaggio una patina di glaciale cattiveria che perdurò negli anni). E così li incita a cantare, a ballare, fa loro provare le gioie del sesso con delle prostitute, li porta a fare una gita in barca finchè attiratosi le ire della terribile infermiera non verrà ridotto all’impotenza tramite un elettroshock. Celebre la scena in cui il gigantesco pellerossa, uno degli ospiti del manicomio, stacca un lavandino dalla parete e lo getta contro la finestra per fuggire verso la libertà con il suo amico Murphy. E’ la celebrazione della bellezza dei rapporti umani nonostante la barriera dell’autismo e della loro tremenda fragilità in ambienti oppressivi.

Titolo originale: One Flew Over the Cuckoo’s Nest

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  1. massimiliano 11 Aprile 2021

    bel film e grande romanzo.

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