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Polanski alla sua seconda prova fuori dalla patria Polonia, si getta in atmosfere claustrofobiche in cui disagio mentale e realtà distorta serrano la narrazione in una morsa senza respiro. Grande, grandissima la prova artistica di Catherine Deneuve chiamata ad affrontare un ruolo ostico e strisciante, riuscendo talmente bene nell’impresa da divenire essa stessa icona ineludibile dell’opera. La storia è la biografia di una donna belga trapiantata a Londra. La donna lavora in un istituto di bellezza e apparentemente conduce una vita di straziante normalità. Ma dietro il paravento della forma si nasconde un profondo e instabile disagio psichico, un terrore soffuso su ogni cosa che la circonda che diviene sintomo ostile di una realtà che intende ghermirla. Si ripercorrono così le fasi di una vita in cui sofferenza e disillusione lasciano il posto ad una strisciante pazzia. Celebre la scena in cui la sorella della donna se ne va di casa lasciando la piccola chiusa con un coniglio morto in lento stato di decomposizione. Un film che è come una lama incandescente che sbrana la carne con ciclica, meccanica, feroce lentezza.

Titolo originale: Repulsion

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  1. massimiliano 11 Aprile 2021

    Della trilogia ( se dico bene) è quello che mi è rimasto meno.

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