
Ritorno al Futuro
Ci colse tutti spiazzati nel 1985 questo film di Robert Zemeckis, mentre tentavamo di gestire i paradossi temporali che snocciolava e facevamo i conti su anni trascorsi e su salti nel passato ed eravamo pronti a vedere un film di fantascienza drammatico e serioso e ci accolse una commedia brillante quasi irresistibile nei toni. Marty McFly viaggia indietro nel tempo fino al 1955 con l’invenzione di un suo amico scienziato, che ha installato una macchina del tempo nientemeno che su una mitica De Lorean DMC 12, per sfuggire ad una banda di terroristi a cui lo scienziato aveva sottratto il materiale radioattivo che alimenta la macchina. Ritroverà suo padre e sua madre come non li aveva mai conosciuti, ragazzi come lui con il loro carico di problemi adolescenziali. Dovrà anche riparare ai danni causati dalla sua apparizione e ristabilire il giusto corso degli eventi per poter riavere un futuro. E nel frattempo dovrà imprigionare l’energia di un fulmine per poter immagazzinare la potenza necessaria per spiccare il salto quantico attraverso il tempo. La leggerezza della narrazione fa da contrappunto ad una serie di postulati scientifici abbastanza tosti da introdurre in una commedia ma il film funziona alla perfezione. Tra le scene più memorabili: il concerto al ballo studentesco dove Marty per ristabilire il giusto corso degli eventi deve far innamorare suo padre e sua madre che invece si è innamorata di lui. Durante la performance Marty si lancia in un assolo di chitarra elettrica con inevitabile riff metallaro e mentre tutti rimangono basiti ad osservarlo candidamente si scusa: “Forse non siete ancora pronti per questo”.
Titolo originale: Back to the Future

Sono un essere senziente. Mi occupo di varia umanità dall’età di circa due anni. Sono giunto al mezzo secolo di esperienza vissuta su questo Pianeta. Laureato in Lettere Moderne con una tesi sulla Poetica dell’ultimo Caproni nel 1996. Interessato al cinema dall’età di tre anni e mezzo dopo una sofferta visione dei Tre Caballeros della Disney, opera discussa e aspramente criticata in presenza delle maestre d’asilo. Alla perenne ricerca di un nuovo Buster Keaton che possa riportare luce nelle tenebre e sale nei popcorn.