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Una visione laterale, obliqua, tagliente di Shakespeare. Ecco quel che ci offre il geniale Tom Stoppard in questo film, dove pone il suo occhio indagatore addosso a due personaggi comprimari dell’Amleto e li fa danzare attraverso la poetica di un intero secolo. Da osservare con attenzione per i continui rimandi al testo originale, ripreso da diverse angolazioni, come un canovaccio da seguire e a cui ispirarsi, ma comunque oniricamente avulso dalla storia raccontata. Interessante è anche l’operazione di costruzione ex-novo di due identità partendo da due personaggi comprimari della vicenda scespiriana e farli assurgere a bislacchi protagonisti di un mondo possibile ma improbabile. Una sorta di spin-off dell’Amleto, per dirla in termini moderni. Emozionante l’andamento retorico dei dialoghi e l’ispirazione teatrale nel dualismo verbale dei due contendenti, quasi una sfida tra due consumati sofisti. Originale ed emozionante nei suoi ampollosi non-sense, nei suoi collassi semantici, nei suoi rimpalli dialogici. Memorabile la scena in cui Rosencrantz trova una moneta lungo la strada e continua a lanciarla ottenendo sempre testa, tra l’incredulità di Guildenstern: la probabilità non esiste, è solo un mero attributo fisico, la sequenzialità è il fantasma che avvolge il mondo e lo divora. Tom Stoppard uomo di teatro prestato al cinema crea un’opera originale e fresca con cui rendere omaggio al Maestro di ogni drammaturgo.

Titolo originale: Rosencrantz & Guildenstern Are Dead

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