
Salvatore Giuliano
- Frank Wolff, Massimo Mollica, Renato Pinciroli, Salvo Randone
- Francesco Rosi
- Biografico, Criminale, Drammatico, Storico
- 1 Marzo 1962
Un corpo giace come un orrido trofeo in un cortile di Castelvetrano, provincia di Trapani, mentre la voce anaffettiva di un funzionario ne descrive gli squallidi particolari con precisione tassonomica. Ricoperto di sangue se ne distingue il viso fiero, appartiene ad un uomo che popolò l’immaginario di ogni siciliano per oltre un trentennio: il bandito Salvatore Giuliano. Incomincia così questo straordinario film di Rosi, forse il culmine della sua arte e della sua parabola registica. Tramite flashback viene ricostruita la vita del bandito e strettamente sovraordinata la vita della Sicilia dagli anni 30 agli anni 50: i rapporti della mafia con il potere istituzionale, la repressione statale sui più deboli, le connivenze e le contraddizioni di una terra magnifica infestata di parassiti senza dignità. Memorabili le scene del sanguinoso eccidio dei contadini a Portella della Ginestra, il primo maggio del quarantasette, una macchia indelebile nella storia italiana. Rosi non esprime mai giudizi morali, il suo è un freddo lavoro di documentazione, quasi un cronista celato nelle pieghe della storia che riporta a noi i fatti nella loro spietata crudezza. Un film che scuote violentemente le coscienze e che rimane uno dei momenti più alti del cinema italiano.
Titolo originale: Salvatore Giuliano

Sono un essere senziente. Mi occupo di varia umanità dall’età di circa due anni. Sono giunto al mezzo secolo di esperienza vissuta su questo Pianeta. Laureato in Lettere Moderne con una tesi sulla Poetica dell’ultimo Caproni nel 1996. Interessato al cinema dall’età di tre anni e mezzo dopo una sofferta visione dei Tre Caballeros della Disney, opera discussa e aspramente criticata in presenza delle maestre d’asilo. Alla perenne ricerca di un nuovo Buster Keaton che possa riportare luce nelle tenebre e sale nei popcorn.