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Uno Steven Spielberg raffinato ed emozionante quello che si getta a capofitto in questo film tratto dallo sconvolgente libro di Thomas Keneally sulla vera storia dell’industriale tedesco Oskar Schindler. Spielberg è un perfezionista al massimo grado, un cineasta completo che non lascia nulla al caso: e infatti per questo film consulta, nella fase pre-produttiva, una mole impressionante di documenti storici passando al setaccio centinaia di filmati d’epoca. Dunque non stupisce la sua decisione di girare in un sofisticato bianco e nero che richiamasse i toni cromatici dei cinegiornali degli anni quaranta e, soprattutto, dei documentari girati dai giornalisti russi e americani che giunsero nei campi di concentramento subito dopo la liberazione. Un bianco e nero che trapassa il cuore e snuda le emozioni vere, quelle da cui il narrato prende vita e forma.

Si narra la storia di Oskar Schindler, un industriale tedesco che dedicherà la sua vita e le sue risorse a salvare il maggior numero di ebrei dall’Olocausto. Legato alle alte gerarchie naziste sfrutterà la sua influenza per farsi assegnare nella propria fabbrica di pentole in Polonia gli ebrei catturati dalla Gestapo. Inizialmente ne prenderà con sè un centinaio, alla fine saranno oltre 1200 gli ebrei salvati dal tritacarne di Auschwitz. Nel salvarli incrocerà le loro storie, parteciperà al loro dolore, diverrà uno di loro.

Un film che di fatto assurge a straordinario documento storico, impreziosito dalla stupefacente fotografia di Janusz Kaminski che inizia con questo film un sodalizio con Spielberg che durerà fino ai giorni nostri. Alcune scene, realizzate con cura maniacale per i particolari, devastano il cuore dello spettatore: come non ricordare la crudele sequenza in cui Amon Goeth (interpretato da un inquietante Ralph Fiennes), comandante di Auschwitz, svegliandosi e scrollandosi di dosso i postumi del sonno imbraccia un fucile con mirino telescopico e uccide prigionieri ebrei a caso dal balcone della sua abitazione per poi stiracchiarsi compiaciuto ed andare incontro alla giornata.

Titolo originale: Schindler’s List

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  1. massimiliano 11 Aprile 2021

    Un film che ha solo l'apparenza di un film autoriale. Banale, poco realistico, nazionalista, di facili sentimenti. La bambina colorata di rosso è di una retorica sconcertante. Un film che mette d'accordo tutti.

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