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Un’opera di una bellezza sconvolgente questo Splendor in the Grass (titolo mutuato da un verso di Ode on Intimation of Immortality di William Wordsworth), che scatenò morigerati censori per il tema troppo esplicito della sessualità giovanile, finendo inevitabilmente per perdere di vista la delicata poetica dell’opera di Kazan e, a ruota, lo straordinario lavoro d’introspezione psicologica che fa di quest’opera un trattato freudiano scritto su carta patinata. La storia è quella della storia d’amore tra due liceali in una piccola cittadina del Kansas nel 1928. Il loro amore verrà contrastato e infine osteggiato dai genitori, preoccupati soltanto della decenza pubblica in un clima moralizzatore da Controriforma. La ragazza ne soffrirà a tal punto da dover essere ricoverata in un istituto psichiatrico. Al suo rientro in società scoprirà che molte cose saranno cambiate. Immensa interpretazione di Natalie Wood che consente a Kazan di lasciar traspirare dal film ogni tema a lui caro: critica sociale, disagio giovanile, forza poetica dei sentimenti. Una meraviglia. Di più. Uno splendore.

Titolo originale: Splendor in the Grass

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