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David è stato appena lasciato dalla moglie. Secondo le regole che impone l’Istituzione ai propri cittadini chi è single dev’essere condotto in un Hotel ai margini della Città con lo scopo di trovare un partner entro 45 giorni. Chi non vi riesce viene trasformato in un animale a scelta. David, nel colloquio preliminare, sceglie di essere eventualmente trasformato in un’Aragosta, animale longevo, caparbio, e che vive nella profondità marine. Inizia così il lento adattamento di David al nuovo ecosistema dov’è stato introdotto a forza. Personaggi bislacchi e inservienti grotteschi popoleranno d’ora in poi il suo angusto orizzonte sociale. Ogni piccolo atomo di quel nuovo mondo è stato predisposto per creare una coppia che possa inserirsi nella società e divenire produttiva e fertile. Unico contatto con il mondo esterno le battute di caccia ai Solitari, uomini e donne single che hanno ripudiato la vita di coppia e che si sono dati alla macchia, in dissidio con la rigida normativa istituzionale. Gli ospiti della Casa cacciano quell’umanità raminga ed ottengono bonus e benefit in base al numero di prede che riescono ad abbattere. In una di queste battute di caccia David viene a contatto con una donna di cui segretamente s’innamora sposando infine il suo progetto eversivo al di fuori di ogni contesto sociale. David varca così il confine tra i due mondi, credendo di liberare se stesso capisce di essere entrato in un gruppo con diverse regole, ma ugualmente oppressive e degradanti, la più terribile è il divieto assoluto ai membri della comunità dei Solitari di avere rapporti amorosi.Un crudele apologo sulla funzione della coppia all’interno del tessuto sociale. Il talentuoso e visionario regista greco Yorgos Lanthimos licenzia questa cinica parabola in bilico tra ironia e distopia avvalendosi della grande interpretazione di un Colin Farrell davvero ispirato. Il regista greco, autore di opere dove una deriva surreale della narrazione incontra un sotterraneo moto di critica sociale unito ad una lancinante urgenza di sperimentazione, si conferma come autorevole esponente di un nuovo cinema d’autore che rifugge ogni tentativo di catalogazione. Lanthimos si era già imposto all’attenzione della critica con la sua precedente opera Kynodontas (2009) ottenendo il premio della critica a Cannes, meraviglioso racconto di un mondo familiare senza contatti con l’esterno, dove i membri elaborano un proprio linguaggio basato sulla semantica dei gesti e delle cose. Il concetto di gruppo sociale ristretto ed elitario ritorna in The Lobster e di nuovo viene sviluppato come nucleo di aggregazione forzato: in Kynodontas era il padre ad imporre alla propria famiglia di non avere contatti con l’esterno, in quest’opera è lo Stato che impone ai propri cittadini di aggregarsi al fine di trovare un compagno di vita per trovare un ruolo nella società o venire eliminati definitivamente.

Un’idea geniale e folgorante percorre come una lama questo film restituendone un’opera espressivamente potente, con una fotografia dal vago sapore melanconico assolutamente funzionale alla narrazione. L’idea è quella di destrutturare la particella elementare compositiva di ogni nucleo sociale umano: la coppia. Molecola primigenia che unisce due individui di sesso opposto configurando il primo elemento dell’aggregazione umana. Lanthimos con sapido e sottile umorismo porta alla luce le contraddizioni che questa convenzione umana reca impresso nel proprio DNA. Attraverso uno sguardo penetrante e disincantato il regista greco edifica un’opera che colpisce lo spettatore, lo disorienta e lo confonde, infine lo diverte imprigionandolo in una narrazione allegorica e appassionante.

Titolo Originale: The Lobster

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  1. Abelard 9 Luglio 2022

    Non lo ritengo un film da inserire nella lista (forse è un problema di gusti). La trasformazione di uomini in animali mi fa venire in mente un film con Stanlio e Ollio. Una certa ossessione sul sangue e animali morti. Il soggetto poteva essere interessante ma la realizzazione è quanto mai poco convincente (vita nei boschi ma sempre rasati e lindi per recarsi in un centro commerciale. Ma forse anche questo fa parte del surreale). I conigli che razzolano attorno mi fanno invece venire in mente i teletubbies e forse è proprio la chiave di lettura di questo film: un po’ “oggi le comiche” e le avventure di Tinki Winki, Dipsy, Lala e Po. Strepitoso il riferimento finale a Bunuel… sono rimasto senza fiato (meno male che poi è finito).

  2. massimiliano 10 Aprile 2021

    E' un regista che non mi ha mai convinto. Ha tutto eppure mi pare che manchi sempre il colpo. Questo film l'ho trovato geniale come soggetto, ma dalla resa noiosa e auto compiacente, come tutti i suoi, fino ad ora.

  3. Anonimo 26 Ottobre 2020

    bellissimo

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