The Wrestler
La sconfitta è uno dei temi che Darren Aronofsky ama più trattare nelle sue opere. Sconfitta intesa come progressiva deriva da una società ostile e per certi versi perversa nella sua refrattarietà. Un percorso intimista all’interno di personaggi talmente concentrati nel perseguire i loro obiettivi da allontanarsi fatalmente dal resto dell’umanità. Li abbiamo amati fino in fondo gli sconfitti di Darren e sicuramente amiamo anche The Ram, un vecchio lottatore cardiopatico ai margini della società che fatica a tenere il passo della quotidianità. Dopo essere stato protagonista di un incontro durissimo in cui i medici gli hanno riscontrato un grave danno al cuore a Randy The Ram non rimane altro che abbandonare il Wrestling e cercare di restare a galla. Tenta di lavorare in un supermercato, ma all’ennesima umiliazione da parte del suo superiore, molla tutto con inaudita rabbia. Conosce Cassidy, una spogliarellista che condivide con lui il senso di sconfitta, e se ne innamora. Ma il suo sogno è tornare a combattere, nonostante tutto e tutti. Grande interpretazione di un sorprendente Mickey Rourke che con questa pellicola ritorna clamorosamente alla ribalta. Un vortice di disillusione, amarezza ed emarginazione ruota intorno a questa storia. Ma anche una delicata storia d’amore come una flebile canzone in sottofondo firmata dalla voce calda e rotta di Bruce Springsteen. La violenza dissimulata del ring fa da contrappunto alla violenza tutt’altro che fittizia della vita reale dove il vecchio lottatore combatte il suo incontro più duro. Molto toccante la scena finale in cui il vecchio leone del ring si avvia al suo ultimo incontro, andando incontro a morte certa, accomiatandosi dall’unica persona a cui importava di lui con queste parole “L’unico posto dove mi ferisco realmente è la vita qua fuori”.
Titolo originale: The Wrestler
Troppo triste vedere il padre incapace di sanare un rapporto con la figlia, ormai deteriorato, e preferire la morte
Mi è piaciuto, sì, lo riguardo più tardi anzi.