
Ultimo Tango a Parigi
Un film distruttivo e distrutto, si potrebbe sintetizzare con questo calembour la genesi di “Ultimo Tango a Parigi”. “Distruttivo” perchè spezzò molte convenzioni di un certo tipo di cinematografia, mostrando una sensualità pulsante e ferina, scevra da ogni vincolo borghese. “Distrutto” perchè il film fu attaccato in modo talmente violento che venne addirittura sequestrato dalle sale e materialmente distrutto (fortunatamente alcune copie scamparono alla furia censoria). La storia è quella di Paul (Marlon Brando) che vaga senza meta in una Parigi alienante. Ha da poco perso la moglie ed è senza più scopo. L’incontro con una giovane di buona famiglia scatenerà una passione che varcherà i confini del prestabilito per esplorare ogni più nascosto recesso dell’erotismo. Una scena memorabile tramandata per generazioni è la cosiddetta scena del burro: Brando sta mangiando del formaggio seduto sul pavimento di una casa vuota quando entra Maria a cui chiede del burro che, contrariamente a quanto si possa pensare, non serve per accompagnare il formaggio ma come strumento per rendere più facile la sodomizzazione della ragazza a cui, durante l’atto, ricorda quanto il concetto di famiglia sia nefasto per la libertà di un uomo. Monumentale interpretazione di Brando che con il suo talento (molte scene furono improvvisate e ideate dall’attore) crea il film e ne diviene Demiurgo e Nemesi. Bertolucci ha il merito di lasciarlo libero al centro della scena e di assecondarlo con una cinepresa fluida, umbratile, nervosa, mai ridondante.
Titolo originale: Ultimo Tango a Parigi