
Una Notte all’Opera
- Allan Jones, Chico Marx, Groucho Marx, Harpo Marx, Kitty Carlisle, Margaret Dumont
- Sam Wood
- Comico, Musicale
- 8 Novembre 1935
I fratelli Marx al loro apogeo comico accendono la miccia di una girandola di gag e trovate irresistibili dando vita ad un film spassoso e irriverente. La storia è quella di tre mattacchioni che, impiegati in un teatro d’opera, fanno di tutto perchè un tenore in erba raggiunga la fama. Così faranno in modo che il tenore titolare cada in disgrazia per essere sostituito all’ultimo momento dal loro pupillo. Pieno zeppo di scene che sono divenute altrettanti archetipi di comicità: ad esempio la scena della cabina super affollata (miglior battuta: “la mia camicia non russa”). Altre sequenze incredibili sono quelle del folle finale in cui Harpo fa un salto à la Tarzan con le corde del palcoscenico perfettamente a tempo con la musica di Verdi. Harpo svolazza sul direttore d’orchestra inamidato, ingannando l’orchestra fino a quando l’ouverture di Il Trovatore si trasforma in una coinvolgente versione di Take Me Out to the Ball Game, mentre Groucho cammina sulle bancarelle che vendono noccioline. Apoteosi. Nonostante le canzoni sentimentali di Allan Jones e Kitty Carlisle, che forniscono una credibile cornice all’improbabile storia d’amore del film, gli assalti irriverenti alla grande musica operistica sono altrettanto iconici di qualsiasi altra cosa i dadaisti si siano impegnati a concepire per deridere l’arte che li aveva preceduti. Bunuel, per esempio, li amava alla follia. Considerando che questa era una super-produzione MGM, sembra un miracolo che Irving Thalberg, il produttore MGM che credette in loro, abbia permesso che venisse sabotata così accuratamente ogni tipo di arte (dalla musica al cinema, i Marx non facevano prigionieri). La sfortuna dei fratelli Marx fu la morte prematura di Thalberg. I suoi successori non furono così liberali come lui, e i fratelli si ritrovarono alla deriva nel mondo del cinema, cosa che fu un’autentica ingiustizia.
Si potrebbe dire che l’umorismo dei Fratelli era spesso misogino, crudele, gratuito e provocatorio. Ma faceva ridere ed era geniale. E va anche ricordato che i Fratelli Marx gettarono le basi affinché i Monty Python e tutti gli altri coltivassero quel dissacrante germe di ilarità. La loro comicità nasceva spesso dallo scarto surreale che sottendeva alla grigia realtà, era imprevedibile e fulminante. C’è ad esempio la scena quando Harpo si arrampica attraverso un oblò nella cabina di un transatlantico dove dormono tre uomini barbuti. Prende un paio di forbici, alza la barba di uno di loro e una farfalla vola via rapendo la sua attenzione. Surreale appunto, e meravigliosamente ironico.
Titolo originale: A Night at the Opera